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Cm 21x15. pp. 96. . Ottimo (Fine). . Prima edizione (First Edition). .Durante le mie frequentazioni dell'area paullese (per il fatto che per tanti anni avevo usato il laboratorio per la lavorazione del metacrilato di Michele Moro) avevo trovato la più piccola cascina della campagna lombarda: due locali (uno sull'altro) in un unico corpo fatto di ciottoli di fiume composti a spina di pesce, una cascinetta accatastata con il nome di "Cascina zanzare", ai bordi della più antica riserva di caccia dei conti Agliardi di Bergamo, lungo il fiume Adda.
La casetta è su due piani: una camera sotto (cucina-pranzo-soggiorno, piccolo bagno nel sottoscala) e una camera sopra (stanza da letto e studio). Io stavo spesso sopra a lavorare, mentre sentivo Aurelia che preparava da mangiare, non c'era nient'altro intorno a noi. Nel sottotetto c'era sempre una coppia di civette, lungo il perimetro del terreno due canali (uno l'ho chiamato Lucio, come mio figlio; l'altro Ugo, dedicandolo a me) erano frequentati da trote e in primavera, qualche volta, si potevano vedere tritoni e salamandre. A maggio lo spazio verde davanti alla casa, di notte, era pieno di lucciole ma soprattutto c'era tanta pace e silenzio, spesso interrotto: dal grido del fagiano, dai passeri che litigavano fra loro per accaparrarsi la posizione migliore per fare i nidi, dallo strillo serale della civetta e dai continui "cra cra" delle cornacchie. In quella casetta ci andai con Aurelia (che diventò la mia compagna e poi mia moglie).
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