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Una giornata di Ivan Denisovic-La casa di Matrëna-Accadde alla stazione di Kocetovka
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Una giornata di Ivan Denisovic-La casa di Matrëna-Accadde alla stazione di Kocetovka - Aleksandr Solzenicyn - copertina
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giornata di Ivan Denisovic-La casa di Matrëna-Accadde alla stazione di Kocetovka

Descrizione


Nuova edizione integrale.

«Sì, è insolito, anche lo stile, la lingua è insolita, non l'ho capito subito. Comunque mi sembra una cosa forte, molto» - Nikita Chruscev

Pubblicata nel 1962 sulla rivista «Novyj Mir» e l'anno successivo in volume (100 000 copie immediatamente esaurite), l'Ivan Denisovic è stata la prima opera a raccontare la vita nel Gulag, e a farlo dal punto di vista della grande letteratura russa, nel solco di Tolstoj e Dostoevskij ma usando una prosa ellittica e spigolosa, piena di espressioni di registro basso. Un capolavoro stilistico messo a fuoco da questa nuova traduzione, basata sull'edizione definitiva riveduta e corretta dall'autore. Le precedenti derivavano dalla prima edizione del racconto, frutto di compromessi tra l'autore e gli apparati di censura. Non meno importanti gli altri due racconti che Solzenicyn riuscì a pubblicare nella breve finestra degli anni del disgelo: La casa di Matrëna e Accadde alla stazione di Kocetovka, che da sempre si accompagnano all'Ivan Denisovic. Le tre opere qui raccolte rivelano molto del rapporto, complicato, tra i russi e la loro terra. Una giornata di Ivan Denisovic si occupa della nostalgia per una terra espropriata nella collettivizzazione e dell'amore per il lavoro dei campi al quale il protagonista sostituisce il rispetto per una terra circoscritta da filo spinato, dove, nonostante tutto, mani callose e screpolate dal freddo cercano di costruire qualcosa di degno, che li riscatti dall'abbrutimento. Accadde alla stazione di Kocetovka affronta il dramma del patriottismo sovietico declinato in una toponomastica intesa come assiologia e usata per distinguere i buoni dai cattivi. La casa di Matrëna sposta invece l'attenzione del lettore sulle campagne: Solzenicyn abbandona i kolchoz per tornare al villaggio quale luogo deputato all'ambientazione delle vicende narrate. Da un certo punto di vista, come è stato detto, si tratta del «ritorno dall'Unione Sovietica alla Russia, dalla pianificazione del futuro alla nostalgia del passato». - dalla prefazione di Ornella Discacciati
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Dettagli

2017
20 giugno 2017
290 p., Brossura
9788806224332
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Indice

Indice

La ferita Denisovic di Ornella Discacciati
Nota all'edizione
Nota bibliografica per il lettore italiano
Ringraziamenti


I. Una giornata di Ivan Denisovic

II. La casa di Matrena

III. Accadde alla stazione di Kocetovka

Voce della critica

[…] In Russia, prima della ricerca storica, infatti, è stata la letteratura che ha dato conto dell’universo concentrazionario, ricordando, testimoniando, spesso forzando i propri limiti per snaturarsi e farsi documento. Senza alcun accesso alle fonti, salvo la memoria, propria o dei compagni di prigionia, le opere letterarie hanno raccontato non solo vicende individuali e la tragedia della persona sopra atta da un’esperienza disumana, ma anche fenomeni storici puntuali come la finalità economica del gulag sovietico, ponendo molto presto questioni discusse ancora oggi, quali la comparazione tra i due grandi totalitarismi del Novecento. […]. Tutto è dunque partito dalla narrativa: a dare il via all’interminabile flusso di ricordi emersi nel periodo chrušceviano fu proprio la pubblicazione nel 1962 del romanzo breve dell’ex-detenuto Aleksandr Solzenicyn Una giornata di Ivan Denisovic in cui si narrava in modo scarno e laconico una comune giornata di un detenuto come tanti, il contadino Šuchov, sullo sfondo di un paragone, appena accennato, tra la realtà del campo e la condizione dell’intera Unione Sovietica: il tema della “piccola zona”, il lager, come simbolo e riflesso della “Grande Zona”, la nazione, sarà poi ricorrente nella letteratura del gulag. Colpito dalla mole di lettere speditegli dai lettori che si erano riconosciuti nel suo libro, Solzenicyn mise mano a un’opera immensa di ricostruzione dell’universo concentrazionario, L’arcipelago gulag (1973-78), per la quale si avvalse della testimonianza di centinaia di persone. Consapevole della novità della propria opera e dei problemi storici ma anche estetici che essa poneva, egli la definì “saggio di inchiesta artistica”, con ciò riconoscendo che la pura memoria non bastava, poiché si arenava nelle pieghe dell’orrore e nell’impossibilità di rendere universale un’esperienza tanto intima come l’abbrutimento e la disumanizzazione a cui si era sottoposti nel gulag. […] I racconti presentati in questa edizione (Una giornata di Ivan Denisovic, Accadde alla stazione di Kocetovka e La casa di Matrëna) testimoniano tutti un piccolo nocciolo duro di umanità, resistente nelle condizioni più disumane e alienanti, che siano l’appassionarsi gratuito al lavoro come “cosa buona”, la sollecitudine disinteressata della “giusta” del villaggio o il tarlo perenne dell’ufficiale sovietico per aver mandato alla rovina, “secondo le regole”, un “uomo dal sorriso incantevole”. Questa nuova bella traduzione di Ornella Discacciati, corredata da un’aggiornata e interessante introduzione, è stata finalmente condotta sui testi epurati dalle intromissioni della censura della prima edizione e coraggiosamente rispetta le particolarità della succosa prosa dell’autore. […].

Recensione di Maria Candida Ghidini.

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Conosci l'autore

Aleksandr Solzenicyn

1918, Kislovodsk

Aleksandr Solzenicyn è stato uno scrittore russo. Nasce da una famiglia discretamente agiata. Il padre muore pochi mesi prima della sua nascita in un incidente di caccia. La madre si trasferisce col piccolo a Rostov-sul-Don. Nel 1924, a causa degli espropri ordinati dal regime, i due si trovano a vivere in condizioni di grande indigenza. Aleksàndr riesce però a perseverare negli studi, fino al conseguiemento di una laurea in matematica nel 1941. È in quello stesso anno che si arruola come volontario nell'Armata Rossa e viene inviato sul fronte occidentale. Riceve un'onorificenza.Nel febbraio del 1945, però, a causa dell'intercettazione di una sua lettera in cui critica duramente l'operato di Stalin, viene arrestato.Trasferito nella prigione moscovita della...

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