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Recensioni In presenza di Schopenhauer

In presenza di Schopenhauer di Michel Houellebecq
Recensioni: 4/5
«Michel Houellebecq rende grazie al filosofo tedesco per avergli consentito di neutralizzare, superare, qualche volta irridere il tratto a lui più insopportabile della contemporaneità: l'obbligo di essere performanti, adeguati e competitivi in ogni circostanza...» - Stefano Montefiori, Corriere della Sera

«È un piccolo libro che a ben vedere ne contiene due, grandi. Houllebecq commenta infatti una serie di passi, ben scelti, di due opere importanti e tra loro disomogenee, "Il mondo come volontà e rappresentazione" e "Gli aforismi sulla saggezza nella vita". Parte della grandezza di questo piccolo libro sta nel sottolineare il perché le due opere, benché scritte dal medesimo autore, siano incompatibili tra loro» - Armando Massarenti, Il Sole 24 Ore

"Non c'è dubbio che, lanciandosi nella stesura di questo testo significativamente intitolato In presenza di Schopenhauer, Michel Houellebecq abbia voluto condividere con i propri lettori questo incontro per lui così decisivo. La forza della rivelazione suscitata in lui da quella lettura, infatti, è innegabilmente legata allo shock procurato dal riconoscere un alter ego con il quale si capisce subito che sta per instaurarsi un'intesa duratura. Schopenhauer l'esperto di sofferenza, il pessimista radicale, il solitario misantropo, si rivela una lettura "confortante" per Houellebecq - in due ci si sente meno soli. Tanto da indurci a chiedere: Houellebecq era schopenhaueriano prima di leggere Schopenhauer, o è stata questa lettura a renderlo quello che conosciamo? Era già, fondamentalmente, "non riconciliato" (con il mondo, con gli uomini, con la vita) o Schopenhauer ha seminato i germi del conflitto? Houellebecq amava già i cani più del genere umano, o bisogna riconoscere, qui come altrove, l'influenza di Arthur?" (Dalla prefazione di Agathe Novak-Lechevalier))
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