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Recensioni Note d'Europa

Note d'Europa di Uto Ughi
Recensioni: 5/5
Questo nuovo disco di Uto Ughi è dedicato all’Europa. Un omaggio, una constatazione della tanta meravigliosa musica che il Vecchio Continente – lo chiamiamo così, ma non è detto che una verità anagrafica significhi di conseguenza vecchiezza, stanchezza – ha saputo creare. Ma anche un desiderio e un invito: perché la musica unisce. Nella sua lingua ineffabile, non sensibile, che non si può vedere o toccare, rappresenta il solo linguaggio universale possibile, declinato in mille maniere e stili diversi.
Attraverso una selezione di autori e di brani amati nel corso di una carriera che rimane esemplare per dedizione alla musica e allo strumento che lo accompagna come un inseparabile altro sé stesso, Ughi – qui con la collaborazione del pianismo sensibile e reattivo di Andrea Bacchetti – compone tra Seicento e Novecento un viaggio del cuore e della memoria. «La memoria viene dal cuore. Memoria significa ricordo e la parola ricordo nasce da cuore. Per me la memoria è ispirazione», dice. È un’immagine di immediata efficacia, che il maestro illustra così: «Se penso alle esecuzioni di Yehudi Menuhin, al suo modo di suonare, alla sua gigantesca personalità, questa memoria mi ispira, mi spinge a dare il meglio di me. Una memoria spirituale».
Uto Ughi.
Erede della tradizione che ha visto nascere e fiorire in Italia le prime grandi scuole violinistiche, Ughi ha mostrato uno straordinario talento fin dalla prima infanzia: all’età di sette anni si è esibito per la prima volta in pubblico eseguendo la Ciaccona dalla Partita n° 2 di Bach ed alcuni Capricci di Paganini. Ha eseguito gli studi sotto la guida di George Enescu, già maestro di Yehudi Menuhin. Quando era solo dodicenne la critica scriveva: “Uto Ughi deve considerarsi un concertista artisticamente e tecnicamente maturo”.
Ha iniziato le grandi tournées europee esibendosi nelle più importanti capitali europee e da allora la sua carriera non ha conosciuto soste. Ha suonato infatti in tutto il mondo, nei principali Festivals e con le più rinomate orchestre sinfoniche tra cui quella del Concertgebouw di Amsterdam, la Boston Symphony Orchestra, la Philadelphia Orchestra, la New York Philharmonic, la Washington Symphony Orchestra e molte altre, sotto la direzione di maestri quali Barbirolli, Bychkov, Celibidache, Cluytens, Chung, Ceccato, Colon, Davis, Frühbeck de Burgos, Gatti, Gergiev, Giulini, Kondrascin, Jansons, Leitner, Lu Jia, Inbal, Maazel, Masur, Mehta, Nagano, Penderecki, Prêtre, Rostropovich, Sanderlin, Sargent, Sawallisch, Sinopoli, Slatkin, Spivakov, Temirkanov.)
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