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Recensioni I salici ciechi e la donna addormentata

Recensioni: 4/5

«Murakami Haruki è il Giappone moderno, tecnologico, occidentale, inglobato nella globalizzazione, veloce, ansioso, nevrotico. Ma lo straordinario di Murakami, l'elemento che ne fa un autore incredibilmente complesso e interessante è la sua capacità di mediare impercettibilmente tutto questo con la tradizione culturale e letteraria della sua nazione.
Murakami Haruki è la capacità di raccontare per immagini, l'eleganza delle forme, la raffinatezza del tratto, la spiritualità laicizzante, l'adolescenza dell'animo, il mistero che non deve essere necessariamente svelato, l'ombra.»
dalla recensione di Wuz.it


«In quell'anno ci fu un numero spaventoso di funerali. Intorno a me amici ed ex amici morivano uno dopo l'altro, come spighe di granoturco in un campo bruciato dai raggi del solleone. All'epoca avevo ventotto anni. [...]
Il massacro arrivò insieme a un sorprendente rumore di spari. Come se qualcuno dall'alto di una collina metafisica imbracciasse una mitragliatrice metafisica e ci inondasse di pallottole metafisiche.»

da La tragedia nella miniera di carbone di New York

Scritti e pubblicati in Giappone nell'arco di oltre un ventennio, i racconti che compongono questa raccolta ci offrono, nella estrema varietà di ispirazione, lunghezza e stile che li caratterizza, un affascinante campionario delle tematiche e delle atmosfere che troviamo nei grandi romanzi di Murakami. Dalla leggerezza di brevi episodi come "II tuffetto" e "Splendore e decadenza delle ciambelle a cono", condotti sul filo della comicità e dell'assurdo, passiamo alla nostalgica, eppure lucida rievocazione di ricordi autobiografici nel racconto "II folclore dei nostri tempi" e in quello che dà titolo al volume, "I salici ciechi e la donna addormentata", entrambi basati sull'esperienza giovanile dei mitici anni Sessanta. L'angoscia di scoprire sotto l'apparente trasporto verso qualcuno un senso di repulsione ispira "Granchi", mentre "I gatti antropofagi" porta alla luce l'angoscia dell'uomo che per scelta ha dato alla sua vita una svolta irreversibile, rinunciando a tutto ciò che aveva creduto di amare. Altrove ("Lo specchio", "Storia di una zia povera", "Nausea 1979", "L'uomo di ghiaccio"), troviamo l'irruzione del fantastico nella vita quotidiana, mentre ne "II settimo uomo" il tema dell'errore di gioventù che condiziona, e rovina, la vita intera di una persona, è introdotto da una di quelle visioni folgoranti con cui lo scrittore sa rappresentare l'orrore di una tragedia.)
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