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scheda di Accornero, S. L'Indice del 2000, n. 02
(recensione pubblicata per l'edizione del 1998)
Zona d'ombra è l'opera di Kelt, un collettivo di quattordici disoccupati bretoni, supportato da un "vero scrittore" di origine spagnola. Da un progetto culturale di quartiere, elaborato dal Ministero della Cultura francese per ridurre la frattura sociale, è nata una cronaca di miseria degna di Zola e del suo Assommoir, che è anche - e soprattutto - un grande noir, accolto con entusiasmo da Patrick Raynal per la sua "Série noire", e un giallo originale - nel senso di ritorno alle origini, a un Edipo grande quanto l'intera cité dove si svolge la vicenda, con affondi in un'Algeria sempre foriera di complessi interrogativi nell'animo francese. I personaggi del libro - Clémence la protagonista, Théo il vigile di quartiere, Patrick con la siringa nell'incavo del braccio e tutti gli altri - cristallizzano le sofferenze e i sogni di quattordici esistenze; sette uomini e sette donne, tra i venti e i cinquant'anni, esclusi che provengono dal quartiere Kervénanec, Kervé, una città nella città di Lorient, e che Montserrat ha faticato a coinvolgere nell'impresa del laboratorio di scrittura - laboratorio che, oltre alla stesura del romanzo, si proponeva di formare il gruppo alle varie tecniche editoriali. Prima di accettare di scrivere la prefazione francese, Michel Le Bris, padre del festival Étonnants Voyageurs di Saint-Malo, si chiedeva se questo non fosse l'ennesimo "espediente mediatico per darsi buona coscienza a poche spese giocandosela da madre Teresa della cultura". Eppure, in Francia, Zona d'ombra - con la sua pesante cappa mortifera e qualche inevitabile
scivolone verso il melo-psicodramma - è stato un grande successo
Sylvie Accornero
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