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Dylan ha da sempre una complessa multidimensionalità di comprensione ed ascolto, per cui spesso è un autore citato da chiunque ma veramente “ascoltato” da molti meno, ma insisto nell’invitarvi a dare più di una chanches a questo “Blood on nthe tracks”, giacchè è impossibile rimanere impassibili di fronte ad una serie di canzoni così ispirate. Non mi rimane che far cenno da quel che si può intuire già dal titolo impressionista , quel “Sangue sulle tracce”, che istintivamente veicola l’ascolto verso un disco impregnato di ispirazione e presagi di grandiosità. Quel sangue che scorre canzone su canzone, per un album che racconta di ferite, di travagli di vita affettiva e familiari, se pur sempre negati dall’autore i loro possibili riferimenti autobiografici, in particolare legati al divorzio da Sara, a cui era legato da 10 anni. Un periodo della vita di Dylan segnato anche, mi piace ricordarlo, dall’incontro con il maestro di pittura Norman Raeben, che influenzò profondamente Bob nel flusso di coscienza da cui scaturì la scrittura dei brani. Riporto a proposito la famosa dichiarazione da lui rilasciata in merito a questo incontro artistico : “non ti insegnava tanto a dipingere o a disegnare", "ti insegnava però a mettere insieme la tua testa, la tua mente e i tuoi occhi, per farti cogliere e riprodurre in modo visivo qualcosa di concreto… Guardava nel tuo animo e ti diceva ciò che eri". Un disco travagliato anche nella sua gestazione, con repentini e continui ripensamenti sulle vestigie sonore e sulla relativa produzione, culminata con la pubblicazione del famoso test pressing newyorkese, ritirato poi frettolosamente per poi decidere solo nel gennaio del 1975 la pubblicazione definitiva e modificata dell’album.
Un classico sempreattuale!
Bob Dylan, nato col nome di Robert Allen Zimmerman, è un cantautore e compositore statunitense. "Blood On The Tracks" è un suo meraviglioso album pubblicato nel 1975 dalla Columbia Records. Raggiunse la prima posizione nella classifica pop di Billboard, mentre nella corrispondente classifica inglese raggiunse la quarta posizione. È inoltre presente nella lista dei 500 migliori album secondo Rolling Stone alla posizione 16, e nella classifica dei 100 migliori album della rivista Q Magazine, alla posizione 23. Bill Wyman scrisse che «Blood on the Tracks è il suo unico album senza difetti e il migliore che abbia mai pubblicato; ogni canzone è costruita in modo disciplinato. È il suo album più mite e allo stesso tempo il più sgomento, e sembra, con il senno di poi, aver conquistato il sublime equilibrio tra la sua musica della metà degli anni sessanta, influenzata dal tormento logorroico dei suoi eccessi, e le impacciate semplici composizioni degli anni immediatamente successivi all'incidente motociclistico». Canzoni memorabili come la stupenda "Tangled Up In Blue", passando per perle musicali come "Simple Twist Of Fate", "You're A Big Girl Now", "Idiot Wind", "Meet Me In The Morning", "Lily, Rosemary And The Jack Of Hearts", "If You See Her, Say Hello", "Shelter From The Storm" e la conclusiva "Buckets Of Rain", mettono in luce tutto il talento e la creatività geniali di Bob Dylan nel comporre brani Pop-Rock di una bellezza pura e rilevante. Assieme a "Bringing It All Back Home" (1965), "Highway 61 Revisited" (1965) e "Blonde On Blonde" (1966), il capolavoro assoluto dell'artista, un album che con la sua freschezza compositiva non smette di affascinare nuove generazioni di cantautori, sulla strada di una musica assoluta ed inarrivabile. Il genio di Bob Dylan in uno dei suoi apici/vertici artistici.
Recensioni
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